Arrivano le indicazioni dell’Agenzia delle Entrate sulle novità in materia di redditi di lavoro dipendente introdotte dalla legge di Bilancio 2024 (Legge n. 213/2023) e dal decreto Anticipi (Dl n. 145/2023). Con la circolare n. 5/E, infatti, le Entrate illustrano le nuove misure per il welfare aziendale, passando in rassegna alcune novità in termini di fringe benefit.
Questi ultimi, in particolare, comodi e vantaggiosi per lavoratori e aziende, fanno parte della retribuzione che si aggiunge al netto che il dipendente trova in busta paga e che si concretizza nell’erogazione di beni e servizi (che compaiono sempre nel cedolino). Tra i benefit più comuni ci sono l’auto aziendale, il portatile e i buoni pasto, ma nel 2024 la lista si è arricchita: entrano tra i “bonus” esentasse non solo le somme erogate o rimborsate dai datori di lavoro ai dipendenti per il pagamento delle utenze domestiche, ma anche quelle per l’affitto e per gli interessi sul mutuo della prima casa. Il limite entro il quale è possibile riconoscere beni e servizi esenti da imposte, ordinariamente fissato a 258,23 euro, è salito a mille euro, con ulteriore innalzamento a 2mila per i dipendenti con figli a carico
Public Benefit, il sostegno al welfare aziendale
Ma non è tutto. Esiste un’altra categoria di benefit, un tangibile sostegno al reddito che non è erogato dalle aziende, ma che potrebbe comunque far parte del welfare aziendale, senza che sia stanziato un budget aggiuntivo da parte del datore di lavoro. Stiamo parlando dei cosiddetti Public Benefit, ovvero dei numerosi bonus messi a disposizione dallo Stato, dalle Regioni e dai Comuni, per lo più ignoti o poco noti ai potenziali beneficiari e che potrebbero valere circa 1.200 euro all’anno. In Italia se ne stimano oltre 600. Quote significative di questi bonus sono dedicati a vario titolo alla famiglia (il 49.7%) o alla cura di persone non autosufficienti o affette da disabilità (il 26,7%). Le imprese potrebbero giocare un ruolo importante per il superamento di questo gap conoscitivo tra le misure di welfare e rendere comprensibili e facilmente accessibili queste misure pubbliche a vantaggio di milioni di persone.
I dati sul welfare aziendale
Oggi, infatti, investire nel welfare aziendale non è solo un gesto altruistico, ma un’intelligente strategia che in molti stanno adottando. Lo dimostrano i dati: nel 2023, il 78% delle aziende italiane ha adottato un piano di welfare aziendale, con un aumento del 10% rispetto all’anno precedente (Osservatorio welfare Aziendale Edenred). Il valore medio del welfare pro capite è stato di 1.250 euro, con una crescita del 5% rispetto al 2022. I benefit più richiesti dai dipendenti sono quelli che riguardano la conciliazione vita-lavoro (72%), la salute e il benessere (68%) e la formazione (59%).
Ma perché investire nel welfare aziendale?
I vantaggi per le aziende che adottano un piano di welfare aziendale sono molteplici:
Migliore attrattività del lavoro: un’azienda che offre strumenti competitivi per i dipendenti è più attrattiva per i talenti, che sempre più spesso scelgono dove lavorare in base alle opportunità di conciliazione vita-lavoro e di benessere.
Aumento della fidelizzazione dei dipendenti: i dipendenti che si sentono valorizzati dall’azienda sono più propensi a rimanere a lungo, riducendo il turnover e i costi di assunzione.
Migliore clima aziendale: un piano di welfare aziendale ben strutturato può contribuire a creare un clima aziendale più positivo e collaborativo, aumentando la produttività e la soddisfazione dei dipendenti e riducendo l’assenteismo.
Se sei interessato all’implementazione di un piano di welfare nella tua azienda, massimizzando i benefici fiscali sia del personale sia dell’azienda stessa, rivolgiti al nostro servizio dedicato. Consulenti esperti identificheranno la soluzione più adatta alla tua realtà, nel pieno rispetto della normativa.
Fai del benessere aziendale la chiave per il successo a lungo termine della tua impresa!
PER MAGGIORI INFORMAZIONI
Antonio Ciccarelli
CONTATTI
ciccarelli@unindustria.na.it
Tel. 081 5836153