Da domani, 1° aprile 2025, imprese e professionisti dovranno usare i nuovi codici ATECO per dichiarazioni fiscali, iscrizioni camerali e altri adempimenti ufficiali. Dal 1° gennaio scorso, infatti, è entrata in vigore la nuova classificazione delle attività economiche, denominata ATECO 2025, in sostituzione della precedente versione del 2007, aggiornata al 2022. Una revisione che mira a rappresentare con maggiore precisione l’evoluzione del sistema produttivo italiano e a migliorare la rappresentazione delle attività economiche emergenti.
La classificazione ATECO
La classificazione ATECO è definita dall’ISTAT, in collaborazione con l’Agenzia delle Entrate, Camere di Commercio e altri enti amministrativi, con lo scopo di fornire una codifica univoca delle attività economiche, sia per finalità statistiche che fiscali. Infatti, i codici ATECO devono essere indicati dai contribuenti negli atti, nelle dichiarazioni e in altri adempimenti tributari richiesti dall’Agenzia delle Entrate. Ad esempio, sono riportati nella dichiarazione di inizio attività o di variazione dati, nella dichiarazione IVA annuale, nel modello REDDITI. Inoltre, il codice ATECO è determinante per l’individuazione dell’ISA (Indicatori Sintetici di Affidabilità) da applicare e la determinazione del coefficiente di redditività per i soggetti in regime forfettario (art. 1, commi 54-89, Legge n. 190/2014).
Le principali novità di ATECO 2025
Rispetto alla versione precedente, la struttura è stata rivista: le sezioni sono passate da 21 a 22, le classi da 615 a 651 e le sottocategorie da 1.241 a 1.290. Le divisioni, invece, sono diminuite da 88 a 87, mentre il totale dei codici disponibili è ora di 3.257. Sono stati aggiunti 1.070 nuovi codici per rappresentare meglio le nuove attività emergenti, mentre 970 codici non più attuali sono stati eliminati. Sebbene la nuova classificazione sia già in vigore, sarà operativa a livello amministrativo dal 1° aprile 2025, per consentire l’adeguamento dei sistemi informatici.
Un nuovo modo di classificare le attività
L’aggiornamento non si limita solo a un ampliamento dei codici, ma introduce un cambiamento nel modo di classificare le attività. Se in passato la distinzione si basava sul canale di vendita (ad esempio negozio fisico o online), ora l’attenzione è posta sul tipo di prodotto o servizio offerto, indipendentemente dal mezzo con cui viene venduto. Un esempio significativo è l’introduzione di un codice specifico per gli “influencer”, che prima non erano chiaramente identificati nella classificazione. Questo approccio riflette meglio l’evoluzione del mercato e le nuove forme di lavoro.
Un aiuto per il passaggio
Le Camere di Commercio aggiorneranno automaticamente i codici delle aziende, avvisando gli interessati. Non sarà necessario comunicare variazioni, a meno che non si voglia specificare meglio la propria attività. Per rendere il passaggio più semplice, l’Istat fornirà strumenti pratici, come tabelle di confronto tra vecchi e nuovi codici e un motore di ricerca online per individuare quello corretto in base all’attività svolta. Questo aggiornamento aiuterà a classificare meglio le attività economiche e a rendere più efficienti le procedure burocratiche.
Il supporto di consulenti esperti, inoltre, può essere decisivo per assicurare conformità e prevenire criticità.
Scegli la tranquillità di essere sempre in regola e di avere un’efficienza operativa ottimale!
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Antonio Ciccarelli
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